Quiet Tales #2 "Raggio" w/ Melodie and Kinked (MARCH2021)

artwork di Ioana aka @missyounivers

Favola scritta e letta da Mélodie e sonorizzata da Kinked.


Sono le 23:59 e cerco di godermi questa breve salita verso domani. Nella mezzanotte pero non mi ritrovo, le cose di ieri sono già sparite e sembrano affondare nella nebbia confusa dei miei pensieri notturni. Poi alle 00:02 la nebbia svanisce e finalmente ci capisco qualcosa.

Mi ricordo di lei...

C'era una volta una formica molto molto vecchia. Viveva su una isola sola sola e cosi la notte ma anche il giorno raccontava le sue storie agli uccelli di passaggio. Una mattina, tanti anni fa, si era tuffata nel mare. Era la mattina dei suoi 7 anni. Si voleva nascondere dal sole, povero, che quel giorno si era svegliato in ritardo,maentrando nell'acqua, perseuna scarpe : quella sinistra. Mi ricordo sempre le sue mani che raccontavano la sensazione del suo piede, finalmente libero, e delle carezze dell'acqua salata tra le sue dita.

Non so se pensava di tornare. Anche se non sapeva nuotare sul momento credo che non avesse niente in mente. Forse solo qualche idee, tracce, come delle macchie, o delle lettere. Lei diceva :

delle N, tante, che negano le possibilità di cambiamento,

alcune D, quelle che lasciano passare l'ultimo raggio d'aria un attimo prima di finire ingabbiate, mute per sempre come nella parola DUBBIO

e i BB, loro cosi vicini e fedeli, cosi fortunati da rimanere attaccati fino alla fine dei tempi.

Ed un bel filo azzurro nello stomaco. Ecco tutto quello che aveva, all'epoca.

Con il passare del tempo il suo tuffo diventò quello di una balena e il suo cuore di piombo la portò fino in fondo al mare.È caduta cosi per ore, che sono diventate giorni, e settimane, mesi. L'aria non gli mancava e già sembrava svanire in una nuvola tiepida tra cose e immagini di ieri, di tutti gli altri giorni passati. Si è lasciata, leggera, cadere, attrarre dal fondo del mare. L'oscurità cresceva, lentamente, e con lei ha iniziato a perdere la testa. Occhi chiusi, si è addormentata e la vita che teneva là dentro, tra ossa e rami, è uscita :

i ricordi, i ragni, piano, il piombo.

Quando gli è tornata la vista il mondo si svegliava nuovo, ed era diventato blu. Non so come facesse a muoversi laggiù (credo che neanche lei). Le sue membra sapevano cosa fare e cosi, in immersione, il suo corpo andava avanti. La testa pensava al resto. Rido quando mi immagino il suo corpo incontrollato. Intorno a lei, nel fondo del mare, c'era : un binario, una panchina, una collina alta, un albero. Nell'albero, delle chiavi, e sulla collina un lampione con una valigia. Sempre cosi la raccontava.

Quel paesaggio, quadro immortale, non tremava, e lei tutta goffa con le sue membra da lontano sembrava un fuoco fatuo. Come quelli che ballano sopra i morti.

Dopo un periodo di attesa più o meno lungo nel silenzio azzurro, un treno è arrivato. Era pieno di lucine rossi che, come lei, o forse insieme a lei, sembravano ballare e sulle tende nere creavano uno strano mondo di ombre. Le porte si sono aperte – gschhhhhhhhhhhhhhhh. Quello era il rumore Re dei rumori, Imperatore del silenzio, Principe nascosto nel suo Castello della Cacofonia. Ma questa è un'altra storia.

Poi, dal treno, una ad una, sono scese 6 conchiglie, piccole fortezze…. hanno preso le chiavi, hanno preso la valigia. Gli hanno spiegato : Là, sulla collina, c'è un lampione che cattura le risposte e conosce le domande.

Dentro la valigia, per lei, c'erano delle pinne – des palmes. Ed è cosi che la formica vecchia vecchia imparò a nuotare.